Commissioner Cecilia Malmström met with Libyan Foreign Minister Moussa Koussa on 13 July. I cannot find any reference to the meeting on Commissioner Malmström’s official web site, but she mentions the meeting on her personal blog (written in Swedish). She writes simply that she met with the FM and that “Libya is a complex but important neighbour and we have a lot to talk about – not least, migration and asylum and human rights. The meeting was a first opportunity to talk.” (translation using Google translate.)
According to an article in Il Manifesto (and reposted on the Diritti Globali web site where I first read / Google-translated it), the ongoing EU-Libya partnership accord talks and the immigration aspects of the accord were discussed in the meeting between the Libyan FM and Malmström.
Also apparently discussed at the meeting was Libya’s decision to release up to 3000 detained migrants from several detention centres, including the Eritreans who were likely detained by Libya after being interdicted at sea and subjected to Italy’s push-back practice.
From the Il Manifesto article:
Quanto alle responsabilità italiane nella vicenda, legate in particolare al fatto che 103 dei 205 detenuti di Braq sono stati respinti in mare dalle navi italiane, la Commissione Ue continua a mantenere un profilo alquanto basso. Ieri Stefano Manservisi, Direttore generale della DG interni della Commissione Ue, intervenendo al dibattito in Parlamento sugli eritrei, ha affermato che «non abbiamo informazioni su dove sono state intercettate queste persone, non si può dire che Malta doveva fare o l’Italia doveva fare, si sa che ora sono in Libia e dobbiamo verificare in che condizioni si trovano». .[…]
Per ora il silenzio, che dura da un anno sui respingimenti, e poche parole anche sul Trattato di partenariato, amicizia e cooperazione tra Italia-Libia, che ha di fatto dato il via libera a questa nuova politica. «Riguardo agli accordi bilaterali, a titolo personale – ha affermato ancora il numero 2 della Malmström – considero migliore un accordo europeo a uno bilaterale, ma ci vuole chiarezza, questo accordo ha pure dimostrato la propria efficacia, è un dato di fatto che il flusso di immigrati si è bloccato». E ancora: «Ci è stato notificato un accordo in linea con la normativa Ue, anche se c’è una componente segreta che non conosciamo». Pur con questa dosi di oscurità, per la Commissione il futuro dell’intesa tra Bruxelles e Tripoli dovrebbe ricalcare una buona parte dell’ accordo tra Berlusconi e Gheddafi: «Dobbiamo fare modo che ciò che è coperto da accordi bilaterali possa diventare base accordo più amplio», ha concluso Manservisi.
Per procedere nei contatti, lo stesso Direttore generale si recherà in Libia prima dell’autunno, quindi toccherà alla commissaria Malmström in ottobre, il tutto in vista della stesura di un accordo generale che parli di immigrazione, ma anche controllo delle frontiere, visti e relazioni economiche. Altro appuntamento chiave il vertice Ue-Unione africana del 29 e 30 novembre a Sirte.
Click here (SV) for the Commissioner’s personal blog post.
Click here (IT) for full Il Manifesto article.